Abbiamo già detto che questo sito è un Sito Green, per sottolineare quanto anche diprimio.com sia sensibile agli aspetti del riscaldamento globale. Ma vorremmo andare oltre, approfondendo l’argomento dell’importanza del Green Web e delle sue implicazioni a contorno.
La poderosa accelerazione dell’uso delle tecnologie degli ultimi anni ha aumentato a dismisura la richiesta energetica nei Data Center. Non solo per alimentare gli apparati, ma anche per fornire loro un adeguato raffreddamento.
Data Center sempre più grandi ad altissima densità di server sono sempre più comuni; questi oggi sono diventati dei giganteschi mostri la cui voracità, in termini energetici, ha raggiunto livelli estremamente significativi.
Siamo ormai lontani anni-luce dagli albori del web, quando nessuno o pochi si preoccupavano del consumo energetico degli elaboratori né tanto meno del Green Web. A quel tempo le priorità erano certamente ben altre.
I Data Center dei Service Provider nel frattempo sono cresciuti a dismisura, sia in numero che in dimensioni che in complessità.
I grandi players del IT come Google, Facebook, Amazon, Microsoft, solo per citarne alcuni, sembrano fare a gare a chi implementa e mette in esercizio il Data Center più grande e più all’avanguardia. Con palesi riflessi sul consumo di energia e di conseguenza sul riscaldamento globale.
L’impatto ambientale dei Data Center
I Data Center sembrano essere diventati la nuova frontiera per la lotta contro il cambiamento climatico. Questo a causa della la loro sempre crescente fame di energia.
I fattori che più incidono nell’impatto ambientale di un Data Center sono principalmente di due tipi:
- Energia elettrica per alimentare i server che eseguono le applicazioni,
- Energia elettrica per raffreddare l’enorme calore prodotto da tutti i server
In buona sostanza, tutte le istanze di applicazioni in esecuzione nei server fanno parte di un circolo vizioso che impatta sull’ambiente.
- L’istanza dell’applicazione genera “lavoro” all’interno dei server.
- Il server ha bisogno di energia elettrica per funzionare.
- Funzionamento a sua volta genera calore che deve essere smaltito con un adeguato sistema di raffreddamento.
- Sistema di raffreddamento che viene alimentato da altra energia elettrica per fare il proprio lavoro.
- Energia elettrica che quando utilizzata, genera ulteriore calore che viene smaltito nell’ambiente.
Un articolo pubblicato da Forbes a maggio 2021, mostra come il consumo stimato di corrente dei Data Center si stia attestando a qualcosa come 200 Terawatt/ora, il che ammonta al 1% del consumo globale di energia elettrica. Ciò inoltre contribuisce pressappoco alla produzione del 0.3% delle emissioni ci CO2.
Questi dati dovrebbero spingerci a riflettere sull’argomento, soprattutto in considerazione del fatto che sia il numero che le dimensioni dei Data Center è destinato ad aumentare nel prossimo futuro.
Il cambio di paradigma
La sensibilità al riscaldamento globale è un fenomeno piuttosto recente che si è sviluppato negli ultimi anni nel mondo della Information Technology ed in special modo nei fornitori di servizi Web e Cloud. Molti fornitori di tali servizi, già da qualche tempo hanno iniziato a riconsiderare le proprie infrastrutture in termini energetici.
Hanno cioè iniziato a pensare in termini di Green Web, utilizzano fonti energetiche rinnovabili, oltre ad adottare metodologie più accorte riguardo ai consumi.
![Energie rinnovabili](https://www.diprimio.com/wp-content/uploads/2021/07/energie-rinnovabili.jpg)
Il che si configura come un importante cambio di paradigma non più incentrato solo sulla ricerca ossessiva delle prestazioni dei propri servizi o prodotti, ma orientato al bilanciamento prestazioni/impatto-ambientale; come per altro da più parti invocato a gran voce.
L’inarrestabile crescita dei Data Center e del relativo consumo energetico, con tutto ciò che ne consegue, ha stimolato la fantasia di ingegneri, marketing e tecnici. Individuare soluzioni che possano mitigare i problemi innescati da tale fenomeno, è diventata ora per loro una delle attività a più alta priorità.
Gran parte delle aziende si stanno quindi gradualmente attrezzando per rendere i propri centri sempre più Amici del pianeta. Server meno famelici in termini di energia, Sistemi di raffreddamento sempre più efficienti e processi interni ottimizzati, con l’obbiettivo di ridurre le emissioni di CO2.
L’ambiziosa Mission dichiarata, è di raggiungere almeno una quota del 80% di Internet Green entro i prossimi 5 anni, così come dichiarato dal The Green Web Foundation.
Le grandi aziende IT sono in trasformazione
Nel frattempo i grandi Players di internet sembra che abbiano già intrapreso la propria strada per contribuire ad una soluzione del problema.
- Apple utilizza già il 100% di energie rinnovabili e mira a di diventare Carbon Neutral entro il 2030.
- Microsoft si è impegnata a diventare un’azienda Carbon Negative entro il 2030 ed a ridurre della metà le emissioni di CO2.
- Facebook si è impegnata a raggiungere una impronta di carbonio netta pari a zero ed il 100% di uso di energie rinnovabili entro il 2030.
(Fonte: Climate Care)
Anche Google ed Amazon stano facendo la loro parte.
- Amazon ha dichiarato di voler raggiungere la quota di utilizzo del 100% di energie rinnovabili entro il 2025 e di raggiungere un’impronta di carbonio netta pari a zero entro il 2040; il che, dato il suo peculiare core business, può essere considerato un obbiettivo piuttosto ambizioso.
- Google, da parte sua, dichiara invece di essere Carbon Neutral già dal 2007 e di diventare Carbon Free entro il 2030.
Insomma, il quadro sembra essere confortante sulla versante del contrasto al riscaldamento globale.
Anche i piccoli providers hanno il loro ruolo
Se è vero che i grandi Player di internet hanno un importante peso nell’inquinamento ambientale, anche i cosiddetti Hosting Providers hanno un loro significativo peso (nonostante siano considerati “piccoli” nel confronto con i precedenti).
![Data center](https://www.diprimio.com/wp-content/uploads/2021/07/data-center-aerial-view.jpg)
La fuori, in internet, ci sono svariate decine di milioni di siti web di diversi tipi, come Blog, Portali Aziendali, Wiki, tanto per citare alcuni esempi.
Molti di quei siti web sono ospitati all’interno dei server dei providers che, come ovvio, dispongono dei propri Data Center i quali, come altrettanto ovvio, hanno i medesimi problemi energetici e di produzione di CO2 dei grandi players.
Il fenomeno WordPress
Se consideriamo soltanto i siti web realizzati con il popolare CMS Open Source WordPress, Hosting Tribunal ci dice che sono stimati circa 64 milioni di installazioni WordPress attive nel mondo. Tale valore costituisce il 64,1% del totale complessivo dei siti web attivi.
Inoltre, la stessa fonte ci dice anche che ogni giorno si registrano oltre 660 nuove attivazioni di siti WordPress. E WordPress non è certamente l’unico CMS disponibile.
Tutto questo dovrebbe darci un minimo di idea sulle dimensioni del problema energetico, con conseguente produzione di CO2 ed influenza diretta ed indiretta sul riscaldamento globale.
In questo settore, gli Hosting Provider stanno facendo la loro importante parte per far fronte al problema. Infatti molti di essi sono già migrati verso Data Center più sostenibili, mentre altri lo stanno facendo ora.
In questo interessante articolo di Web Hosting Secret Revealed, è riportato un elenco di Web Hosting provider che meritano l’appellativo Green Web.
Non faremo qui un lista degli hosting provider che possono fregiarsi dell’appellativo Green Web, in quanto già riportato nei contenuti della fonte citata. Tuttavia, quello che ci preme sottolineare è che anche il mondo dei fornitori di hosting web sono molto sensibili al problema e si stanno adoperando per adeguare le proprie infrastrutture a nuovi standard per il rispetto dell’ambiente.
Conclusioni
Non sappiamo se i provider grandi o piccoli che siano si stiano dando tutto questo gran da fare per rispettare davvero l’ambiente, oppure ci sia dell’altro. Non sappiamo se si tratti di mere strategie di marketing o di un vero e più genuino rispetto per la natura e del pianeta.
Sta di fatto che alla fin fine “è la somma che fa il totale“, che quindi tutti noi ne traiamo in qualche misura dei benefici, sia diretti che indiretti.
L’obbiettivo di questo post non è certo quello di esprimere giudizi, ma di tentare di fornire un quadro della situazione più ampio possibile rispetto al Green Web, con l’unico scopo di spingerci a riflettere sull’effettiva impronta ecologica dei Centri Elaborazione Dati e su cosa dovremmo considerare la prossima volta che creiamo un nuovo sito web da mettere online.
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